REFRONTOLO
Un capitello alla Madonna per grazia ricevuta
Percorrendo via della Vittoria da Pieve di Soligo, immersi nel cuore delle Colline del Conegliano Valdobbiadene, il centro storico di Refrontolo appare come abbarbicato sul cocuzzolo di un dolce rilievo dal quale è possibile ammirare, come su un balcone naturale, le rassicuranti forme del Monte Grappa, il profilo collinare delle Prealpi e, sull’altro versante, il lungo e disteso corso della Piave.
A Refrontolo, la natura suscita ancora un “fertilissimo stupore” – per dirla con le parole del poeta Andrea Zanzotto. Intervalla boschi, prati e vitigni, dai quali da più di cinquecento anni si produce l’”eccellente Marzemino” di mozartiana memoria, oggi conosciuto come il “Passito di Refrontolo”. E’ stato ed è ancor oggi luogo ospitale, di quelli che ti si appiccicano all’anima. Ed è questa ricerca di benessere interiore e di silenzio che ha indotto molti nel tempo a scegliere di stabilire la loro dimora tra queste colline. Ne sono testimonianza le eleganti architetture. Tra queste, la settecentesca villa Ticozzi-Ciardi, che per la pittrice Emma Ciardi non fu una semplice residenza ma un vero e proprio conduttore di energia creativa.
Tra i segni del sacro che punteggiano questo territorio, ecco lungo via Casale il capitello dedicato alla Beata Vergine del Rosario. Una foto in bianco e nero ci porta indietro nel tempo a scoprirne la storia. 2 aprile 1947. E’ un mercoledì di primavera e Refrontolo è in festa. Questa immagine accoglie e custodisce volto per volto. Presenza nell’assenza, di tanti che ormai non hanno più un nome. Eppure, non viene meno ciò che rappresentano insieme: una comunità radunata per gioire della ritrovata serenità. Lo testimonia questa immagine. Di più. Lo perpetua nello spazio e nel tempo questo capitello. Non è un semplice manufatto, non un edificio sacro e basta. E’ un ex voto, un segno concreto di ringraziamento per la protezione ricevuta. Nel caso specifico, tutto ebbe origine nel 1944, quando nel territorio di Refrontolo furono rinvenuti i cadaveri di due ufficiali tedeschi. Immediatamente, il sindaco Angelo Fregolent e il parroco don Carlo Ceschin si recarono dai carabinieri di Pieve di Soligo a denunciare il tragico ritrovamento, spinti dal senso di responsabilità civile e morale ma anche con il grande timore di eventuali ripercussioni sulla loro comunità.
Ripetutamente la gente si riunì in preghiera presso la chiesa parrocchiale per scongiurare il pericolo, affidandosi alla Vergine mediante la recita del Rosario e alla fine della guerra, a fronte della grazia ricevuta, Refrontolo mantenne la promessa e donò il capitello alla Madonna del Rosario. Il sindaco stesso mise a disposizione quest’area di sua proprietà ed essendo impresario edile lavorò insieme a molti cittadini volonterosi per la sua edificazione.
Sul piccolo altarolo, un’immagine della Madonna del Rosario, che stringe il figlio dormiente. Sullo sfondo, un paesaggio lacustre. Sulle pareti interne del capitello, personaggi dipinti a grandezza naturale. Fotografia di un’umanità variegata. Un vecchio dalla lunga sbarba bianca, un giovane contadino, un’anziana che sgrana la corona del Rosario, una bambina inginocchiata con le mani giunte, una giovane donna con il velo. Sono qui riuniti in preghiera di fronte alla Vergine e al suo Bambino per chiedere conforto, sostegno, grazie. Un angioletto tiene tra le mani un cartiglio. Le sue dita nascondono in parte quanto vi è scritto: Jucundus. E’ un modo ludico che l’artista adotta per presentarsi: è Giocondo Protti, medico e pittore. Uomo eccentrico e creativo che approdò a Refrontolo per motivi parentali…e se ne innamorò a tal punto da sceglierlo come sua ultima dimora.
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Refrontolo e dintorni: le dimore storiche:
- Villa Ticozzi – Ciardi
- Villa Spada
- Villa Capretta
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