CISON DI VALMARINO
Le virtù di Marco Casagrande ci osservano
Cison di Valmarino è il cuore di quella che fu la contea dei Brandolini, o meglio dei conti Brandoli da Bagnacavallo, divenuti Brandolini in terra veneta. Nel 1433, Brando aveva ricevuto in dono dalla Serenissima questo territorio per meriti di guerra. Lo aveva condiviso per tre anni con Erasmo da Narni, il Gattamelata, che poi lo aveva ceduto definitivamente alla famiglia romagnola. Brando e i suoi successori governeranno così la Valmareno per ben 361 anni, fino al 1797!
Quella terra è una promessa di benessere. Una valle fertile, innervata dai corsi d’acqua. Riparata a nord dalle Prealpi, sulle quali si aprono qua e là dei valichi, antica via di comunicazione tra i due versanti. Su questa terra i conti fonderanno un microcosmo del tutto esemplare sotto il profilo economico, amministrativo, sociale e culturale. Ancor oggi, le residenze signorili, gli opifici, i mulini, le cantine, e il maestoso castello dei conti sono presenze eloquenti di quella felice stagione. E fanno di Cison di Valmarino uno tra i Borghi più belli d’Italia!
Il centro storico ruota intorno alla chiesa arcipretale, dedicata all’Assunta e a San Giovanni Battista. E’ erede di un’antica pieve riedificata in epoca barocca. La consacrazione risale al 1746 e si deve al vescovo di Ceneda Lorenzo da Ponte. E’ un’architettura elegante, dall’aspetto scenografico, posta in posizione rialzata e munita di due facciate: la principale offre lo sguardo al castello; ma anche il prospetto verso Piazza Roma è altrettanto rappresentativo, nobilitato da una monumentale scalinata di accesso. In quel 1746 però il suo volto risulta incompleto: manca un adeguato apparato scultoreo che ingentilisca le due fronti e le renda parlanti! Per la sua realizzazione occorrerà attendere più di un secolo!
Nel 1849, l’ambiziosa impresa viene affidata allo scultore Marco Casagrande, nato a Campea di Miane nel 1804 e ormai di fama internazionale. Il maestro è appena rientrato dall’Ungheria dove, per quindici anni, è stato protagonista assoluto dell’arte scultorea, grazie ad un committente speciale: quello stesso monsignor Giovanni Ladislao Pyrker, già Patriarca di Venezia tra il 1820 ed il 1827, che proprio nella città lagunare ne aveva apprezzato il talento. Si erano conosciuti quando il giovane si stava formando presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Vi insegnava lo scultore Luigi Zandomeneghi, allievo di Antonio Canova. Per la chiesa di Cison di Valmarino, il Casagrande comincia a sbozzare otto figure nella pietra della locale Valle di San Daniele. Ci lavora due anni interi.
Per le tre nicchie della facciata, realizza le Virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità. Tre figure femminili accompagnate dai rispettivi attributi identificativi: per la Fede, la croce e il calice, ora perduti, per la Speranza, l’ancora, per la Carità, tre fanciulli. Sono donne concrete queste, nient’affatto idealizzate. Indossano abiti ottocenteschi e hanno volti espressivi. Per l’apice della facciata verso Piazza Roma, il Casagrande realizza invece le Virtù cardinali raggruppandole a due a due: Giustizia e Prudenza, a sinistra, Fortezza e Temperanza, a destra. Ancora quattro figure femminili, reali, di struggente bellezza, avvolte in abiti abbondanti, con pieghe e sbuffi che creano suggestivi effetti di chiaroscuro. La Giustizia, regina delle virtù, ha il capo coronato, la Prudenza, governatrice delle azioni umane, trattiene un serpente, la Fortezza, moderatrice delle passioni, impugna una clava, la Temperanza, mitigatrice dei piaceri del mondo, ha due brocche con cui tempera il vino con l’acqua.
Da lassù, sono presenze salde e dinamiche che illuminano la vita cristiana di questa comunità da più di 170 anni.
Le accompagna san Giovanni Battista: dalla nicchia centrale, offre ogni giorno la sua benedizione!
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La scultura tra sacro e storia:
- L’altare dei Ghirlanduzzi nell’arcipretale di Cordignano
- Il Monumento ai Caduti di Segusino
- L’acquasantiera nell’arcipretale di Santa Lucia di Piave
- Due Santi di Franco Fabiane nell’arcipretale di Susegana
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